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Nell’immediato sono capaci di migliorare i test mnemonici, cioè quei lavori che coinvolgono la memoria, e le elaborazioni di immagini;
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Nel breve termine attenuano i sintomi di una notte insonne, migliorando l’acutezza e la precisione;
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Negli anziani con un leggero deterioramento cognitivo, un consumo quotidiano di cioccolato migliora l’attenzione, la velocità di elaborazione, la memoria di lavoro e la fluidità della parola.
Questo è quanto sostiene uno studio condotto da un gruppo di ricercatori italiani dell’Università degli Studi dell’Aquila e pubblicato su Frontiers in Nutrition. I risultati ottenuti sono da attribuire alla capacità dei flavoli di aumentare il volume di sangue dell’ippocampo, riossigenandolo e rallentandole l’invecchiamento, con evidenti benefici alle capacità mnemoniche e all’attenzione.
Insomma, la ricetta è: un pezzetto di cioccolato fondente al giorno, toglie il neurologo di torno, sopratutto oggi durante la giornata celebrativa del cioccolato!
Le proprietà curative del cacao erano ben note già tanti secoli fa dai Maya e dagli Aztechi, ma, volendo rimanere oggettivamente scientifici, forniamo un esempio “accademico”: una delle ultime ricerche sul cioccolato viene dagli studiosi italiani del dipartimento di Geriatria dell’Università dell’Aquila, i quali, capeggiati dal professor Giovanbattista Desideri, hanno visto pubblicare i risultati ottenuti sull’autorevole rivista scientifica Hypertension, affiliata all’American Heart Association. Per la ricerca sono stati coinvolti circa 90 persone anziane con leggeri deficit cognitivi, opportunamente distribuiti in tre gruppi e controllati per due mesi con assunzioni quotidiane di bevande a base di cacao. Al primo gruppo è stata somministrata una dose di 990 mg di flavonoidi quotidiana, al secondo gruppo 520 mg mentre al terzo solo 45 mg. A tutti i soggetti è stata proibita, nell’arco del periodo di questo esperimento, l’assunzione di cibi con alto contenuto di flavonoidi: tè verde, vino rosso, mele ed uva. I valori inerenti le capacità cognitive sono stati misurati all’inizio e alla fine dello studio, attraverso molteplici test specifici tra i quali test per la memoria a breve ed a lungo termine e prove inerenti la velocità del pensiero. I risultati ottenuti hanno messo in evidenza che le persone alle quali erano state somministrate alte concentrazioni di flavonoidi (il primo gruppo) mostravano un significativo miglioramento delle capacità mentali rispetto ai restanti due gruppi, nonché un abbassamento della pressione arteriosa. In dettaglio, i ricercatori hanno potuto riscontrare che nel primo gruppo vi è stata una significativa riduzione dell’insulino resistenza, diretta responsabile del diabete e dei danni ai vasi sanguigni (poiché mitiga l’azione benefica dell’insulina sulla glicemia)